Il tecnico della Roma, José Mourinho, ha parlato in conferenza stampa in vista della sfida contro l’Empoli: “Ringrazio i tifosi romanisti dal primo giorno“
LIVE DA TRIGORIA IL NOSTRO INVIATO DA TRIGORIA LORENZO SAMBUCCI – Buonasera dal Centro Sportivo Fulvio Bernardini in Trigoria, dove José Mourinho ha incontrato i giornalisti in sala stampa in vista della partita di domani sera alle ore 18:00 presso lo Stadio Olimpico contro l’Empoli di Aurelio Andreazzoli. Queste le sue parole:
Lei parla del calcio italiano e di come sia cambiato. Molto offensivo e la Roma si adegua al cambiamento, ma la classifica dice che Milan e Napoli hanno preso 2 o 3 gol. Dov’è il punto di equilibrio?
Il risultato è più importante e l’equilibrio è alla base di tutto, non è possibile essere al top della classifica se non sei una squadra completa ed equilibrata. Non devi prendere troppi gol e segnarne per vincere. Ma più che la classifica o risultati, più di questo conta la qualità del gioco, la proposta di gioco delle squadre. Gli allenatori vogliono giocare bene. Tu puoi dire che “giocare bene” vuol dire vincere, io sono d’accordo perché penso solo al risultato, ma ora penso più alla maggior parte della proposta di gioco in Serie A.
In coppa Darboe ha fatto bene. Lo vuole confermare domani?
Non bado ai dettagli di con chi gioco o meno domani. Lui ha avuto un percorso con noi in questi due mesi secondo me buono per lui. Quando ha giocato in prima squadra lo scorso anno ha giocato senza responsabililtà. Paulo non aveva altre opzioni per i tanti infortuni. Lui è entrato nelle partite che ha giocato senza pressione e senso di responsabilità facendo bene. Quest’anno abbiamo parlato tra noi ed è arrivato con senso di responsabilità. Sono giovani che hanno già qualche responsabilità. Lui si è messo pressione da solo. E’ andato a lavorare sempre tanto, ma senza la qualità di gioco che lui ha davvero. Piano piano è cresciuto, ha imparato e la fiducia è tornata e contro lo Zorya avevamo Villar, l’esperienza di Diawara, Bove ma avevo pensato che fosse il giusto momento per lui e la risposta molto buona. Difensivamente concentrato, grande criterio con la palla e mi è piaciuto tantissimo. Si può dire che abbiamo guadagnato un giocatore? No, ma la mia e la sua fiducia crescono con queste partite.
Sorpreso dalla mancata convocazione di Mancini e Zaniolo?
Aspettare o non aspettare non è il mio lavoro. L’Italia ha un commissario tecnico con grande responsabilità e tanti giocatori da scegliere. Sono le sue scelte e decisioni. Penso sempre che i giocatori preferiscano andare in Nazionale perché è un augurio e una motivazione. Ma se rimangono qui, sono protetti, lavorano bene, non hanno partite da giocare o da passare in tribuna e può essere anche questo positivo.
L’Empoli ha subito meno tiri della Roma. Se la squadra concede troppo dipende da cosa? Da un equilibrio ancora non trovato? Quanto manca al suo punto di equilibrio?
La cosa più facile nel calcio è difendere bene. Se lo fai a costo dell’organizzazione offensiva soprattutto. Ma non vogliamo fare questo. Vogliamo una squadra che gioca, crea e segna. Non posso essere un ipocrita. Certo mi interessa difendere con la squadra, specie perché abbiamo perso due partite fuori casa segnando due gol. La squadra è equilibrata a parte gli errori individuali. Io preferisco guardare la fotografia completa. Dobbiamo essere equilibrati e quando non vuoi prescindere da quello che vuoi fare sia offensivamente che difensivamente ci vuole un pochino di tempo. Sono tanti 6 gol in 2 partite per noi, è troppo e lavoriamo su questo, anche oggi in un secondo giorno di recupero dopo la partita di giovedì, abbiamo fatto un allenamento di intensità bassa, ma anche qui abbiamo guardato e sappiamo come gioca l’Empoli, sappiamo le sue qualità e che ha in Italia più cross dopo sei partite. E’ la seconda per tiri da fuori in queste partite giocate e abbiamo lavorato su di questo. L’organizzazione difensiva è importantissima.
Spalletti ha detto che le Nazionali devastano il club. Si gioca troppo?
Io non sono qui per commentare l’opinione dell’amico Spalletti. Per noi l’interesse del club è più importante come per loro quello della Nazionale. Ci sono cose che si possono migliorare. Dire che un calcio senza nazionale e senza la passione che il calcio nazionale significa per i propri paesi non è possibile. Non capisco perché si gioca il giovedì sera in Sudamerica che per noi è venerdì mattina. Pensavo che si potesse giocare al massimo fino al mercoledì. Perché le nazionali fanno 35 convocazioni, con 15 che non si allenano e non giocano per sole 2 partite e preferirei che stessero con i propri club. Sono dettagli che si possono migliorare. Quello che si fa, se si gioca tanto o meno, mondiale ogni 2 anni ecc, non sono cose per me. Quando parliamo di Juventus o Roma, ok ma ci sono tanti altri club in situazione simile. Avremo Vina, Cuadrado o Bentancur che giocheranno che qui è venerdì.
Non avete mai pareggiato nè voi nè l’Empoli…
Penso sia casualità. La differenza tra vittoria e pareggio non è filosofia di gioco ma questione di dettagli. Una cosa è una squadra che entra in campo per pareggiare e ci riesce. Io vado per non perdere, per il “Pareggio” e abbiamo avuto le qualità per fare questo, ma questi non siamo noi e nemmeno l’Empoli. Per questo la differenza tra noi e il Sassuolo, la differenza tra pareggio e vittoria è stato un gol al novantesimo. Non penso sia questione filosofica o di proposta di gioco.
L’Empoli è una squadra propositiva, ma che può cambiare i propri principi in base allo scenario. Quanto è importante saper cambiare il proprio modo di giocare nel momento in cui la partita cambia i propri scenari?
Prima di tutto è importante rispettare chi lo fa. Io lo farò e l’ho fatto. Nel corso della partita una squadra può decidere di pensare di cambiare modo di giocare. E’ una cosa normale e io parlo positivamente di una squadra o un allenatore che ha questo potenziale per farlo. E’ importante che la squadra che vuole segnare e cambiare il risultato con un minimo lo facciano, come noi, che abbiamo preso rischi, abbiamo cambiato atteggiamento senza paura di prendere un altro gol giocando apertamente per raggiungere il risultato positivo. E’ la bellezza del gioco. C’è anche un fattore ulteriore: quando giochi diversamente non per colpa tua ma per merito dell’avversario che crea difficoltà che non ti aspetti. Oggi la tua squadra ha giocato bassa, ma non è per me ma per merito avversario.
Complicato parlare di pazienza nel campo. Nonostante la sconfitta del derby domani i tifosi affolleranno l’Olimpico. Per lei hanno capito che bisogna dare tempo?
Li ringrazio dal primo giorno. E’ una dimostrazione chiara di romanismo. E’ facile essere tifoso di una squadra che vince sempre e più complicato per chi non vince mai. E’ un’espressione di fiducia verso l’atteggiamento della squadra. Abbiamo perso due partite su 10 ma qui abbiamo avuto atteggiamento, voglia, qualità, impegno totale e un tifoso questo lo apprezza. Lo sente. Per questa ragione penso che questa empatia sia basata su questo tipo di squadra che abbiamo, profilo di gioco e di partita. Come abbiamo finito le due partite perse? Con 8 attaccanti a Verona e con la Lazio, nel loro campo. La gente lo capisce. Penso che i romanisti debbano capire e lo stanno facendo che c’è un processo che dura anni e che per mia abilità stiamo vivendo ora come maturità. Noi andiamo nella direzione giusta e il tempo è importante perché c’è una differenza di tanti punti tra la nostra posizione e le posizioni top.
Rinnovo Pellegrini. Un suo commento?
Dato che ho sentito che i Friedkin non volevano perdere un giocatore come lui, di qualità, simbolo, il ragazzino romano e romanista, nato qui e cresciuto qui, che ho deciso di fare capitano. Lorenzo mi ha detto faccia a faccia che rimaneva sicuramente anche senza accordo. Dopo era tutto nelle mani di Tiago Pinto e del procuratore di Lorenzo ed è un processo che si sapeva che sarebbe finito così. Per me è la decisione giusta della società e per Lorenzo. Ne ho parlato con lui e per lui anche è la decisione giusta. Per noi come squadra è importante questo tipo di stabilità. Io non voglio andarmene via per questi tre anni. Lui è nel suo nucleo italiano, con qualche giocatore di esprerienza, come Mancini, Cristante. C’è una costruzione del gruppo anche dal punto di vista emozionale. Arriveremo dove vogliamo arrivare.
Termina qui la Conferenza Stampa di Mourinho.
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