L’allenatore della Roma, José Mourinho, ha parlato in conferenza stampa in vista del Derby: “Vina secondo me ci sarà. Siamo vicini a Zalewski”

Mourinho
José Mourinho in conferenza stampa a Trigoria (Foto: Lorenzo Sambucci)

LIVE DA TRIGORIA IL NOSTRO INVIATO LORENZO SAMBUCCI – Buongiorno a tutti i nostri lettori dal Centro Sportivo “Fulvio Bernardini. José Mourinho, allenatore della Roma, ha incontrato i giornalisti nella sala stampa di Trigoria in vista del Derby contro la Lazio di domani sera alle ore 18:00 presso lo Stadio Olimpico. Queste le sue parole:

Nella sua carriera ha vissuto 119 derby in 4 nazioni differenti. La prima volta a Roma come lo immagina e che atteggiamento vorrà dalla sua squadra? Perché questa è la partita più importante dell’anno…
I numeri li sapete voi. Come le 1000 panchine, l’ho saputo quando mancavano pochi giorni. Più di 100 derby. Sono tutte partite vere da giocare che non preoccupano un allenatore perché non bisogna motivare o stare attenti con i giocatori più o meno concentrati. Sono partite belle da giocare e da preparare, perché non esistono problemi. Magari contro l’Udinese c’è preoccupazione, perché la gente pensa di più al derby che all’Udinese, ma col derby la gente sta concentrata al 100 percento solo sulla partita. Mi aspetto dalla squadra che giocherà per vincere, anche se non possiamo vincere sempre. Di là c’è una squadra che vuole vincere come noi. Ma noi vogliamo vincere e quando non vinciamo voglio uscire dal campo con la sensazione che i ragazzi hanno dato tutto.

Ha avuto la cognizione guardando le squadre dal 2004 in poi la Roma sia la squadra meno pronta tra quelle che ha allenato? E’ una delle sfide più importanti?
E’ una sfida diversa, senza dubbio. Quando abbiamo parlato la prima volta con direttore e proprietà non avevo dubbi. Sapevo dove eravamo e dove volevamo andare. Ho avuto squadre prima con qualche dubbio. Qui non esistono dubbi. Non è la squadra più difficile o la sfida più difficile.

Si colloca più su una dimensione che il Derby è una partita come tutte o che bisogna vincere per forza?
Rispetto Zeman e Rudy, ma non prendo le loro parole e non mi identifico con nessuno dei due. Conta parlare poco e giocare tanto. Quello che dici prima, le parole vanno al vento. Perché dire cosa fare, andiamo e vinciamo…Quello che mi dice l’esperienza, il lavoro della verità è sul campo. Per rispetto della gente che legge voi, le parole sono parole di circostanza. Domani là dentro dal primo minuto è la verità.

Pellegrini non ci sarà ed è importante il suo lavoro anche difesivo. C’è un giocatore che può fare il doppio lavoro di Pellegrini in squadra?
Di Pellegrini ce n’è solo uno. Non volevo parlarne, ma non è facile parlare di lui in queste circostanze. Io potevo dire anche che la partita di domani si era iniziata a giocare al 90esimo contro l’Udinese. Averlo e non averlo cambia. Possiamo analizzare tutto quello che rappresenta per noi dal punto di vista del calcio, ma anche del trascinare e della comunicazione, di fare bene il capitano. Ma non c’è Pellegrini. Penso che mi volessi chiedere come giocheremo senza di lui, però non ve lo dico. In modo onesto non commento. 

Che apporto danno i romanisti e che atmosfera sta vivendo?
Mi ha colpito molto il modo in cui la gente è stata con la squadra dopo la sconfitta e dopo l’Udinese. Sì c’è empatia. Dopo le vittorie l’empatia è artificiale a volte, che poi va via con un risultato negativo. Abbiamo perso, abbiamo giocato male e per strada con il pullman e nel momento difficile della partita, con risultato a rischio e un uomo in meno lì si è sentita l’empatia. I tifosi meritano tutto da noi e i ragazzi meritano tutto da loro e questo per ora esiste. I ragazzi giocando male o bene, vincendo o perdendo stanno rispettando la passione della gente. Al 100% secondo me e non nel calcio i tifosi sentiranno che la squadra gioca per professionalità e loro passione.

Mai capitato di trovare tifosi che chiedessero di perdere e ha capito da quel momento la rivalità tra Roma e Lazio?
Devo capire di più al dettaglio. Una cosa è sentire e un’altra cosa è essere dentro e capire tutto. La rivalità è una cosa bella al 100 percento. Se alleni Real Madrid il Barcellona vuole vincere il campionato e batterti. Se in Portogallo alleni il Porto, il Benfica preferisce che vinca un’altra squadra e non il Porto. Mi piace giocare il Derby. E’ un privilegio giocarne uno in più e uno che non hai mai giocato, per capire con l’esperienza cosa voglia dire. Al di là del Derby voglio che la mia squadra abbia più ambizione che vincere solo il Derby, che non è l’unico obiettivo della stagione. Mi ricordo che nel 2010 ho vinto 2-0 e si sentiva che da parte dei tifosi laziali non erano in appoggio alla loro squadra. Lo sentivi. Ma l’Inter ha vinto lì come ha vinto tante partite in quella stagione.

Lei passava per antipatico…
Aspetta un po’, poi vediamo (ride, ndr).

Ha cambiato il suo modo di comunicare con i colleghi o gli avversari hanno meno paura di lei?
Dimmi un motivo in questi 2 mesi per litigare con qualcuno. L’unica cosa è stata l’espulsione di Pellegrini. Ma posso litigare con l’arbitro e non essere in panchina nel Derby? Controllo le emozioni. Quando la situazione arriverà in un modo naturale e automatico ok, ma non devo cercare io il litigio con la gente. Mi rispettano e io rispetto loro. L’arbitro era giovane, ha fatto una cagata ma la prossima volta con Rocchi farà meglio. Non c’è un motivo per litigare con nessuno.

Con il Tottenham ha usato solo 13 giocatori, con la Roma anche sta creando il gruppo di titolari stabile. Perché e cosa devono fare le seconde linee per guadagnarsi il posto?
Io non vado a litigare con te. La domanda che mi fai sarebbe la stessa domanda al contrario se io faccio giocare 20 giocatori e un giorno gioca uno e poi lo cambio: “Perché non punti sulla stabilità?”. Perché se cambi troppo non trovi dinamiche e automatismi. Se vai in direzione della stabilità a inizio stagione senza limiti fisici e stanchezza, dopo arriverà il momento del turnover. Altra gente va al contrario. La mia opzione è ovvia. Sono arrivato e giochiamo diversi da prima, abbiamo bisogno di stabilità e fiducia. La gente che non gioca è giovane, ha bisogno di tempo e non è pronta per entrare subito in squadra. Mi sembra un processo normale.

Domani serve più spregiudicatezza in attacco o attenzione difensiva?
Vogliamo aggredire con la palla e segnare. Senza palla si deve rispettare una squadra di qualità, con giocatori di qualità e un modo offensivo di affrontare il gioco. Bisogna difendere. Non possiamo dimenticare di lavorare forte nella fase difensiva. Bisogna fare una partita completa, contro una squadra di qualità.

La Lazio difende pressando alto in modo collettivo, ma quando si salta si apre campo. Sta pensando qualcosa per dare qualità alla sua uscita?
Buona domanda ma non posso rispondere. Si toccano punti chiave. Tu hai analizzato filosofia di gioco dell’avversario e lo hai fatto molto velocemente e bene. Ma parlare di quello che vogliamo fare non posso dire più di cose basiche, come l’obiettivo che con la palla vogliamo segnare e senza difendere bene.

Chiude Mourinho…
Per chiudere volevo dire che è un momento difficile per la famiglia Zalewski e siamo tutti con lui. Vediamo domani, ma sarà decisione sua se c’è per giocare o no. Deve decidere lui in accordo col suo modo non di sentire ma per il suo nuovo mondo senza suo papà. Io lo vorrei per domani, non lo nascondo. Ma come voi avete dimenticato la domanda chiave per domani Vina sì, Vina no, vi dico che per me è Vina sì.

Termina la conferenza stampa di Mourinho.

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Lorenzo Sambucci